Le origini

Coro Amici dell'Obante - Città di Valdagno - Coro Popolare

Il 1947 è l’anno in cui la cronaca registra la nascita del Coro Amici dell’Obante. Si è formato ed è cresciuto all’interno del Gruppo alpino “Amici dell’Obante”. Il gruppo esisteva già da un anno ed era stato costituito da sette amici che facevano parte del CAI e che diedero vita a questa nuova aggregazione che poteva sembrare un doppione della già esistente e più nota associazione alpinistica del CAI. Alessandro Sandri, detto Cianci, fratello di Bortolo (che con Mario Menti morì nel tentativo di vincere la terribile parete dell’Eiger, il 23 giugno 1936), assieme a Bruno Guiotto detto Rana, Felice Cracco detto Cice, Gianni Fongaro detto Cea, Antonio Perin detto Piero Vaca, Giovanni Perin detto Naniti e Gianni Segalin detto Seco, durante una discussione all’interno del Cai, lanciarono l’idea di un nuovo gruppo alpino che fosse libero da quelli istituzionali, quali il Cai e il Dopolavoro Aziendale Marzotto. L’iniziativa dei promotori incontrò un terreno fertilissimo visto che nel giro di brevissimo tempo raccolse oltre 400 adesioni. Come ogni gruppo organizzato, anche la nuova associazione alpina decise di dare agli iscritti una tessera. Nel frontespizio l’immancabile pro lo dell’Obante e gli emblemi dell’alpi- nismo: un paio di scarponi e una matassa di corda sostenuta dalla piccozza, un disegno realizzato appositamente da Nico Ceron. Sul retro una piacevole e simpatica strofa scritta da Bruno Guiotto: “Dal Cornetto alla Lora Sia con pioggia e con la bora Le montagne tutte quante Son raggiunte dall’Obante Gruppo alpino che ha per motto Prima un vaio e dopo un goto.”

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Il debutto

Coro Amici dell'Obante - Città di Valdagno - Coro Popolare

Era destino che si cominciasse da Novale. Dapprima l’incontro a Campogrosso con il gruppo di novalesi, tra cui Gianni De Toni e poi la prima sede alla Concordia e a casa del maestro. Il cammino artistico del coro non poteva che cominciare a Novale che, il giorno della sagra del 1948, gli decretò un vero successo. E ancora da Novale arrivò attraverso i sacerdoti che seguivano le attività oratoriali, l’invito a partecipare ad una gara provinciale indetta dalle Acli. Il coro per questa circostanza assunse il nome di “Gruppo Parrocchiale Obante” e nell’autunno si esibì davanti alla giuria durante una serata che si svolse nel teatro “Fede e Scienza” di Novale. I coristi, come divisa indossarono una camicia bianca. Fu un successo, tanto che il 15 agosto 1949 il coro fu invitato a Tonezza per ricevere il primo premio consistente in un diploma e in un assegno di 5 mila lire. Il premio fu consegnato dal presidente provinciale delle Acli, Mariano Rumor, che diventerà negli anni seguenti Presidente del Consiglio dei Ministri e figura di primo piano della politica nazionale.

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La prima incisione

Coro Amici dell'Obante - Città di Valdagno - Coro Popolare

Nel 1964 il coro realizza un sogno: incide il primo disco. Da due anni se ne parlava e nel coro si lavora con rinnovato impegno affrontando addirittura tre prove alla settimana per preparare al meglio i brani da incidere. Per verificare preventivamente il gradimento del pubblico, il coro propose in anteprima, in ogni occasione possibile, i brani che sarebbero stati incisi. Addirittura fu organizzato un concerto cui partecipò una ottantina di persone appassionate e intenditrici allo scopo di avere una valutazione. Un giudizio che fu molto prezioso e di grande aiuto nella scelta delle cante. Il coro provò ad incidere in proprio i canti scegliendo il Poggio Miravalle, un luogo al riparo dai rumori della città. Il presidente del DAM, dott. Alfonso Ferrio, firmò un contratto di tre anni con la casa discografica Phonogram di Milano. Domenica 15 novembre 1964 i coristi si recarono a Milano per l’incisione.

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La tradizionale rassegna

Coro Amici dell'Obante - Città di Valdagno - Coro Popolare

Cantavano in coro gli “Amici dell’Obante” nella torretta del Dam, sulla riva sinistra dell’Agno, quando Gianni De Toni per primo intonava da solista cristallino quel “Santa Maria, Signora della neve, copri col bianco, soffice mantello, il nostro amico, il nostro fratello” di “Signore delle Cime”, consegnatagli dall’amico crodaiolo Bepi De Marzi… Erano le voci giovanili dell’entusiasmo che sbocciava tra le escursioni, lo sci, il Cai, il campeggio, gli scherzi, le osterie, il canto, che nell’intreccio dei suoni e dei sentimenti avevano trovato la forma più sublime dello stare insieme... Dal 1972, nell’imminenza della gioiosa festività del Natale, Cante Nostre è una serena melodia che parte da lontano e come una cometa torna puntuale ad inondare di dolcezza corale l’atteso evento natalizio. È il racconto delle stagioni che accarezza le valli e la montagna e che, senza tempo, corre lungo il cammino della memoria a riscaldare i ricordi del sorridente augurio natalizio. Luce, colore, tenerezza di Cante Nostre, quelle che sgorgano dal cuore, repertorio intramontabile dei Natali vissuti come un’unica voce.

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